new york (the greatest reward)
2014
Roma, 28.09.2014 - Note Mentali.
Sono passati dodici anni dall’ultima volta in cui ho messo piede nella “Grande Mela” e la passione per fotografia all’epoca non era neanche un lontanissimo pensiero. Questa estate, invece, sono andato lì principalmente per essa.
E’ stato un viaggio solitario – il primo della mia vita - ma, una volta arrivato, New York è diventata la mia amorevole compagna.
Ho camminato per almeno dodici ore al giorno, sotto la pioggia o sotto il sole cocente. Ho aperto l’anima – solitamente ben serrata – e mi sono lasciato consigliare solo ed esclusivamente da essa. Non ho pensato razionalmente neanche per un secondo, ma mi sono abbandonato alle sensazioni che provavo per tutto il tempo. Ho vissuto il giorno e la notte; le strade pregne del profumo di waffles e la puzza di umido della metropolitana, senza meta né programmi.
Per una persona che ama la Street Photography andare a New York è paragonabile ad un pellegrinaggio per un Islamico alla Mecca; è un’esperienza mistica.
Sono stato investito da una tempesta di emozioni e stimoli visivi. Tutto mi è parso diverso, tutto mi è sembrato più “cool”. Mi sono imbattuto in personaggi e situazioni che in Italia non si verificano praticamente mai. Quello che ti capita di incontrare a New York in un giorno, qui ti capita - se va bene - una volta l’anno. Ho avuto la sensazione che qui non succeda praticamente nulla, che tutto sia normale, piatto…ed ora dovrò, tra l’altro, nuovamente fare i conti con tutto ciò.
Ormai sono passate diverse settimane da quando sono tornato in Italia e pensando e ripensando a quel viaggio, durante l’editing delle foto, ho forse fatto la scoperta più importante: per quanto questo lavoro possa essere apprezzato (e spero davvero che lo sia!), c’è una cosa che va al di la di questo…ed è la gioia che ho provato nello scattare in quel posto e nel godermi quei momenti.
L’insegnamento che pertanto ho imparato, e che sicuramente mi sarà utile in futuro, è che in fondo ciò che realmente conta “non è la meta, ma il viaggio per raggiungerla.”.
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Roma, 09.28.2014 - Mental notes.
Twelve years had passed since I last visited the "Big Apple" and my passion for photography at that time was not even a distant thought. This summer, however, I went there specifically for photography.
It was an unaccompanied trip - the first of my life - but, once I arrived, New York became my loving companion.
I walked for at least twelve hours each day, in the rain or under the scorching sun. I opened my soul (usually closed) and allowed myself to rely on it. I did not think rationally even for a second, but instead I surrendered myself to the emotions I felt at any given time. Without a travel plan or itinerary, I savored - each day and night - the streets steeped of the aroma of waffles and the smell of damp subway tunnels.
For a person who loves Street Photography , visiting New York was like a pilgrimage to Mecca for a Muslim; a mystical experience.
I was hit by a storm of emotions and visual stimuli. Everything seemed different, everything seemed much more "cool." I came across characters and situations that one would rarely encounter in Italy. What you see in New York in a day, happens here in Italy - if at all – perhaps once a year. I got the feeling that here practically nothing happens, everything is normal, flat ... And now I will have again, among other things, to deal with it.
Several weeks have already passed since I’ve returned to Italy and in the midst of the photo editing process, I’ve had a revelation that goes beyond wanting to have my work appreciated (nonetheless, I sure hope it is!), which is the joy I experienced in those photo shooting moments.
The lesson that I learned, therefore - and one that definitely will be helpful for me in the future, is that what really matters is “not the destination, but the journey.”.